«Prima gli abruzzesi» è lo slogan della Lega abruzzese. Immagino che per i molisani sia «prima i molisani», per i marchigiani «prima i marchigiani» e via primeggiando. A Verona sono ancora più precisi e spiegano «Verona ai veronesi», che io sono sempre in imbarazzo con i miei familiari. Mi guardano con sospetto, perché sono venuto «dopo». Prima non c’ero.
Due considerazioni. La prima, è di Enzo Di Salvatore:
Prima gli abruzzesi! È questo lo slogan del candidato Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio: che è nato a Roma, che vive e lavora a Roma, che è stato consigliere della I circoscrizione di Roma (dal 1993 al 1997), che è stato eletto al Consiglio comunale di Roma (dal 1997 al 2008), che è stato eletto alla Camera dei deputati nel 2008 nella circoscrizione Lazio 1, che dal 2015 è coordinatore regionale di Fratelli d’Italia nel Lazio, che è stato eletto al Senato della Repubblica nel 2018 nella circoscrizione Lazio 1.
Insomma, se anche voi, come Marsilio, condividete questo slogan, votate tranquillamente un altro.
La seconda è che questo modo di ragionare è insieme stupido e pericoloso. Stupido, perché la politica è esattamente il contrario dell’egoismo istituzionalizzato, l’obiettivo è quello di comporre bisogni, aspettative e interessi degli abruzzesi con, che so, i lombardi e i veneti. Lo vedremo presto, quando si discuterà di autonomia regionale. Mi sa che gli abruzzesi, se passa la logica del «prima», finiranno molto «dopo», in classifica, per volontà stessa di quelli che indicano il loro primato nello slogan.
È stupido e però è anche pericoloso, perché il «prima» porta con sé un «dopo», metti «noi» contro «loro» e come spiegava ieri sera Luciano Canfora questo modo di pensare è l’anticamera di molte cose orribili, che abbiamo già sperimentato, nell’ultimo secolo. Anche allora a pensarla così furono «prima» gli italiani, che poi esportarono il modello in mezza Europa, finendone travolti. Rilanciare il nazionalismo degli anni precedenti, discriminare le persone e poi perseguitarle e deportarle è stata davvero una pessima idea.
Purtroppo tendiamo a dimenticare ciò che è accaduto «prima», ma è l’unico «prima» in senso storico e politico che dobbiamo tenere a mente. Tutto il resto porta solo insensatezze, nel migliore dei casi. Nel peggiore, conflitti a tappeto e guai grossi.
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