Da casa, senza ruoli istituzionali, e al lavoro, impegnato a pubblicare libri che raccontino storie in grado di aiutarci a capire un po’ meglio il tempo in cui viviamo, senza nessuna ansia riguardo alla posizione del mio cognome in una qualche eventuale lista, comincio, come tante e tanti, a pormi il problema di chi ma soprattutto che cosa andrò a votare alle prossime elezioni Europee. E siccome mi pare che si faccia una certa fatica a dare delle risposte in grado di controbattere alle pessime politiche che stiamo subendo, proverei invece a porre a noi stessi e a chi si propone di rappresentare un’alternativa per l’Europa e per il nostro Paese alcune semplici e insieme fondamentali questioni.

In questi tempi di appelli che si susseguono uno dopo l’altro, appelli e contrappelli, spesso in conflitto tra loro proprio nel momento in cui dichiarano di volere unire, ho pensato di fare una cosa diversa, di fare cioè una serie di domande, aperte, a tutti. Che sono poi le domande che mi vengono quando li leggo, gli appelli, e mi chiedo sempre «sì, ma per fare cosa?».

Dieci domande a tutto il campo dell’alternativa a questo governo, in senso largo e inclusivo, quindi, che un po’ come le dieci domande di Repubblica a Berlusconi di qualche anno fa vorrei che diventassero un tormentone, visto che personalmente mi tormentano già.

Con Berlusconi ci si trovava di fronte a un problema non solo legato ai suoi guai giudiziari, ma di tenuta generale dell’assetto democratico, e Repubblica fece la sua parte, legata all’informazione, mentre l’opposizione – che allora esisteva, o almeno se ne aveva la percezione – faceva la sua. Oggi siamo di nuovo di fronte a una sorta di emergenza, stato più o meno costante in cui versa questo paese, ma non più per via di questioni personali e processuali (almeno fino ai guai di Salvini), l’opposizione è, almeno nella percezione comune, impalpabile. Moltissimi italiani sarebbero in attesa di sapere come ci si organizza per rispondere alle politiche a cui stiamo assistendo, e per fare cosa.

Le dieci domande potrebbero essere quindi squisitamente politiche, sui temi principali dell’agenda di Governo:

1 – Cosa intendiamo per riorganizzare il campo dell’opposizione?

2 – Come mettiamo insieme le proposte che servono per presentare un progetto di Governo del Paese?

3 – Al di là delle formule tipo «listone» (al plurale, perché sul piatto ce ne sono già almeno due, forse tre), c’è nei vari soggetti dell’opposizione la volontà di mettersi al servizio di un progetto più grande, in grado di raccogliere gli ex elettori e chi si oppone a questo governo in forme oggi non rappresentate dai partiti?

4 – Venendo a questioni programmatiche, partiamo dalla prima: come si intendono affrontare le sfide urgenti imposte dai cambiamenti climatici e quelle promettenti della economia verde?

5 – Preso atto dei limiti del reddito di cittadinanza, quali sono le proposte alternative per aiutare le fasce più povere e chi perde il lavoro o non riesce a trovarlo?

6 – Cosa pensiamo invece della situazione di chi pur lavorando non guadagna abbastanza e, in generale, della necessità di fissare un salario minimo? E che pensiamo della progressività fiscale su reddito e ricchezza?

7 – Quali sono le proposte in termini di accoglienza e integrazione per rispondere all’escalation razzista di Salvini e del Governo?

8 – Al di là dell’antisovranismo, quali potrebbero essere le proposte forti per creare un vero fronte, sperabilmente continentale, di riforma delle istituzioni europee?

9 – Quali sono le priorità rispetto alle necessità di investimenti in modernizzazione della macchina pubblica, ricerca, istruzione?

10 – Qual è la posizione rispetto all’arretramento su diritti faticosamente conquistati? Penso al duro e costante attacco alle donne, per cui la reazione dovrebbe essere fortissima. E non dimentico la continua discriminazione nei confronti delle persone Lgbti+.

In passato ho provato ad offrire alcune risposte, che trovate ad esempio nel Manifesto di Possibile.

Oggi sono molto più curioso di conoscere le risposte degli altri.

(Nel caso potete anche scrivermi a civati chiocciola gmail punto com)

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