Da inviato a Verona, ricevo e pubblico.
di Nausica Palazzo, Edmondo Mostacci, Andrea De Petris
Venerdì scorso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte comunicava che il Governo avrebbe ritirato il proprio patrocinio al Congresso Mondiale della Famiglia, in programma dal 29 al 31 Marzo prossimi a Verona. Poco tempo dopo, il logo della Presidenza del Consiglio veniva eliminato dal sito web del Congresso, e gli stessi organizzatori riconoscevano la cancellazione del patrocinio dell’Esecutivo, parzialmente compensata da quello concesso dalla Regione Friuli Venezia-Giulia. In realtà, nella stessa giornata di venerdì il Ministro per le politiche della Famiglia Lorenzo Fontana annunciava l’intenzione di concedere il patrocinio del proprio Ministero all’evento veronese, presentandola come se fosse una decisione propria ed indipendente dalle posizioni del Governo. A dimostrazione di quanto dichiarato da Fontana, sulla pagina Internet del Congresso veniva quindi pubblicato un inedito quanto enigmatico simbolo del “Ministero per la Famiglia e le Disabilità”, sormontato dalla dicitura “Patrocinio”, tuttora presente nel momento in cui scriviamo.
La vicenda risulta in verità alquanto inspiegabile, dal momento che il Ministero della Famiglia semplicemente non esiste quale dicastero autonomo: ciò che esiste, invece, è un Ministro della Famiglia, il quale però, essendo senza portafogli, non è autorizzato ad assumere alcuna iniziativa al di fuori delle direttive emanate di volta in volta dalla Presidenza del Consiglio, a cui il Ministro è pienamente subordinato sia dal punto di vista finanziario che decisionale. Per queste ragioni, quindi, il Ministro Fontana non può in nessun caso rilasciare patrocini ad alcuna forma di iniziativa, manifestazione o congresso, se non previa autorizzazione del Governo a procedere in tal senso. A conferma di ciò, d’altro canto, va sottolineato come non esista un logo ufficiale esclusivo del Ministro della Famiglia, ma solamente uno con la dicitura “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per la Famiglia e le Disabilità”, che è esattamente quello che era stato cancellato nella giornata di venerdì dalla pagina web del Congresso di Verona a seguito della decisione del Presidente Conte di ritirare il patrocinio del Governo.
D’altra parte, la legge dice che anche nel caso di un eventuale rilascio di un patrocinio da parte del Dipartimento (e dunque non del Ministero, che come detto non esiste) per le Politiche della Famiglia, si renderebbe inevitabilmente necessario seguire la rigida procedura prevista in materia, e disciplinata da un’apposita Circolare della Presidenza del Consiglio datata 16/2/2010, con cui viene regolato il Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, compresa la questione del rilascio dei patrocini. La Circolare in oggetto prescrive chiaramente come la concessione del patrocinio sia da considerarsi una prerogativa esclusiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e che anche l’eventuale concessione del patrocinio non conferisce automaticamente il diritto all’utilizzo del logo corrispondente. Per essere autorizzati a farlo, infatti, è indispensabile inoltrare una precisa richiesta in tal senso alla Presidenza del Consiglio almeno due mesi prima dell’evento per il quale si domanda il patrocinio: una richiesta che, per produrre gli effetti auspicati, esige un’espressa autorizzazione da parte del vertice dell’Esecutivo, e in ogni modo tenendo chiaramente presente che “l’utilizzo del logo è, comunque, subordinato alla concessione del patrocinio”.
Detto in altri termini, nella vicenda del Congresso della Famiglia il Ministro Fontana sta in effetti contravvenendo in modo evidente la disciplina vigente sulle modalità di concessione del patrocinio del Governo sotto tre aspetti: 1) perché sostiene di concedere un patrocinio all’evento a titolo personale, utilizzando una competenza di cui in realtà non dispone; 2) perché lo fa nonostante l’organo istituzionale che dovrebbe autorizzarlo abbia invece esplicitamente ritirato il proprio patrocinio al Congresso veronese, facendo conseguentemente decadere qualsiasi legittimazione di altri organi componenti dell’Esecutivo ad agire diversamente; 3) perché nel porre in essere un atto indebito e non autorizzato, giunge persino a stravolgere la realtà, utilizzando e diramando quale logo del proprio (fantomatico) ministero quello che in realtà un logo non è – poiché se non esiste un indipendente ed autosufficiente Ministero della Famiglia, non può esistere un logo che lo simboleggi graficamente. Nessun ministero, nessun patrocinio, e nessun logo, dunque: solo tanta fantasia, ed una conoscenza piuttosto scarsa delle regole.
Venerdì 29 marzo, giorno dell’inizio del Congresso, è ormai prossimo: sarebbe auspicabile che prima di allora qualcuno si attivasse per mettere fine a questa evidente manipolazione della realtà, e che spiegasse al Ministro Fontana i limiti del mandato che lui stesso, accettando di far parte dell’attuale Governo, si è liberamente impegnato a rispettare.
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