La casa editrice Altaforte non sarà al Salone del Libro di Torino. Bene. E ora c’è un esposto, per apologia di fascismo.
Il reato, previsto dall’articolo 4 della legge Scelba, si configura “quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.
La legge è del 1952, ed è una norma attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana. Ma finora non è stata molto applicata, diciamo: dalle rievocazioni folcloristiche a Predappio con saluti romani inclusi alle più recenti manifestazioni con striscioni inneggianti a Mussolini, picchetti intimidatori e tutto il corollario. Nei decenni passati si è forse pensato che si trattasse, appunto, di fenomeni marginali, ma oggi certamente la sensazione è ben altra, ed è preoccupante.
E quindi la legge viene applicata, forse, finalmente.
Ma, se Altaforte dovesse essere ritenuta colpevole di apologia del fascismo, allora va chiusa.
E, se chiude Altaforte, allora Casapound e Forza Nuova vanno sciolte. Va impedito loro di presentarsi alle elezioni, alle molte amministrative in cui sono presenti e anche alle prossime europee. Quelli che hanno esposto lo striscione su Mussolini a Milano, pochi giorni fa, vanno condannati. Quelli che stanno facendo il picchetto fascista davanti a una abitazione privata di Casal Bruciato vanno arrestati. E così via, se non retroattivamente – perché è tardi, e si è fatto tardi con colpevole ritardo da parte di chi la legge la deve applicare – certamente d’ora in poi.
La legge si applica, concetto che dovrebbe certamente piacere ai paladini dell’ordine, a partire dal Ministro dell’Interno. La legge si applica, anche questa, specialmente questa. Altrimenti avremo altre case editrici fasciste, altri picchetti fascisti, nell’impunità che abbiamo registrato fino a oggi. E questo non lo possiamo permettere.
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