Come negli elenchi di Elianto di Stefano Benni credo esista un numero massimo di rotonde che un uomo possa affrontare. E così dopo tipo 182 rotonde consecutive – un corso di dottorato in storia della rotonda e della sua applicazione – mi sono concesso 50 chilometri di autostrada. Debolezze.
A Porto San Giorgio mi aspetta Daniela, mentre il People Van è in carica, sotterranea. Al fresco, per una volta. Ci vogliono cinque ore per tornare al “pieno”. Una pausa obbligata, se voglio arrivare fino a Senigallia.
Una scocciatura, penserete, abituati come siamo alla breve sosta all’autogrill: fermarsi ogni ora, al massimo due, è però qualcosa che ci riporta ai trasporti del passato. Fermarsi alla posta senza avere il cambio dei cavalli, a volte.
Gli antichi romani le chiamavano mutationes, le stazioni di posta.
Ecco, ne avremmo bisogno anche noi, di mutationes. Quando si esaurisce un paradigma, un modello, uno stile di vita, dovremmo trovarne, escogitante uno nuovo.
Viaggio verso Senigallia, dove si terrà il decimo PolitiCamp, ten years challenge.
C’è un po’ di nostalgia, tra Gran Sasso e Conero.
Nostalgia dell’alfetta di mio padre, di vacanze verso Sud, quando l’aria condizionata non c’era. Come ora, per me.
Nostalgia di quella volta che mi scrisse su Facebook, mentre percorrevo la stessa strada, una ragazza di Senigallia, che poi è diventata parlamentare e ora segretaria.
Nostalgia di quel viaggio da Torino a Marsala, della compagnia di Sandrino e di altri compagni di viaggio, che finì tipo matrimonio, fino a Mozia, e poi il lento ritorno.
Nostalgia di un futuro che sembra non tornare, nella politica italiana.
Però siamo ancora in viaggio, alla sua ricerca. E in questa e nelle prossime tappe, ne troveremo. Schegge, indizi, tracce. Insieme.
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