Sono stati sessanta giorni infiniti, angoscianti, spaventosi. Siamo stati lontani e distanti, eppure in alcuni momenti ci siamo sentiti vicini come non lo eravamo mai stati. È successo anche grazie ai libri – per chi li ha letti, certamente, ma anche per chi li ha fatti. Con le nostre autrici e i nostri autori.
Con Andrea (Pennacchi), il Bardo di Brusegana, con la promessa di fare teatro e letteratura e cultura nell’estate che sta per arrivare, a bordo di un mezzo elettrico e cinghialato.
Con Chiara (Alessi), tra una pillola di design e l’altra, e con Marius (Ani Oulakolé), per il suo piccolo Prince.
Con Davide (Serafin), che ci parla di futuro e di ciò che potrà avvenire tra nuove forme di intelligenza artificiale e antichissimo sfruttamento.
Con la squadra di Bidon e il loro ciclismo liquido – imbottigliato in borracce piene di storie e di salite e di volate.
Con Enzo (Di Salvatore) e Piero Calamandrei e questa nostra Europa che ancora non c’è.
Con i Camillas, con Vittorio e in memoria di Mirko, che ho conosciuto per pochissimo ma che non potrò più dimenticare.
Con Marta (Perego) e i suoi scrittori, “colti” sul fatto e anche sul non fatto di questi giorni strani. E Sio che ha donato la copertina che trovate qui sopra. E tante e tanti altri.
«Ho imbucato più di mille lettere» è la colonna sonora malinconica e però scherzosa di questo momento, perché People continua a vivere grazie a chi ha continuato a frequentarci, forse perché sapeva di trovare un piccolo gruppo di persone, insieme ai libri. Un assembramento ideale di storie, racconti, intuizioni, esperienze.
E voi non lo sapete ancora ma presto ci saranno altre autrici e altri autori, Roberta e Lala e Romina e Roberto, che questa maledetta primavera ha avvicinato e reso amiche. E progetti. E impegni, presi e mantenuti. E sorprese, anche, soprattutto per noi.
È come se nel buio qualcuno avesse acceso una luce, all’imbrunire, dall’altra parte della strada. Le luci fanno ricordare le meccaniche celesti. Come omaggio, segnali di vita.
Comments (0)