Due anni fa Laterza regalò questo libro-gioiello di JMK.
«Un lettore dovrebbe avvicinare un libro con tutti i propri sensi, conoscerli al tatto e apprezzarne l’odore, imparare a prenderli in mano e sfogliarne le pagine. […] In una libreria il lettore dovrebbe entrare incerto, vago, quasi come in un sogno e permettere a ciò che ci trova di attrarlo liberamente, di influenzarne gli occhi. Camminare tra gli scaffali e i banconi della libreria, pescandovi come impone la curiosità, dovrebbe essere il divertimento di un pomeriggio».
«Mi piacerebbe mobilitare un esercito poderoso, che superi il numero dei bevitori di birra, di chi ha la testa per aria, dei fissati per la mostarda, un esercito di topi di biblioteca che si impegnino a spendere 10 sterline all’anno per i libri e, nei ranghi più elevati della Confraternita, a comprare un libro ogni settimana».
Keynes conclude che se ciò non dovesse accadere, il prezzo dei libri non potrebbe che rimanere “alto”.
Siccome non siamo né Keynes, né Laterza, con People abbiamo pensato che un modo ci sarebbe, invece, e c’è.
Ed è quello di adottare strumenti banali e immediati per consentire una gestione economica oculata (dei risultati veri parleremo soltanto dopo la fine dell’era del Covid) e una buona circolazione dei nostri volumi.
La parola, infatti, è proprio circolazione.
Si usa per le idee, vale ugualmente per i libri.
People omaggia i suoi lettori dei suoi libri – paradossalmente quelli a cui tiene di più -, ha creato pacchetti che riducono il costo per i lettori e le spese per il produttore (cioè noi), ha adottato alcuni campioni (Makkox, per esempio) per poter far circolare, appunto, pubblicazioni che superano a fatica le centinaia di copie. Ha fatto circolare autrici e autori sconosciuti, esordienti. Li ha accompagnati, con la curiosità e l’umiltà del neofita – in questo caso è neofita anche l’editore.
Per rimuovere gli ostacoli di un sistema pieno di costi indiretti e di conflitti di interesse – ovvero, a guadagnarci sono sempre gli stessi e l’anti-trust ha fatto ben poco per cambiare le cose – ha creato una circolazione diretta tra editori e lettori, senza troppi intermediari, se non le librerie, quelle appassionate, dove torneremo presto non appena si potrà.
Tutti si lamentano dello strapotere di Amazon, ci si domanda perché in Italia, in tutti questi anni, chi aveva tutto – case editrici, distribuzione, catene commerciali – non abbia fatto lo stesso e di meglio. Ci si chiede perché si parli giustamente delle condizioni di lavoro dei lavoratori robot di Amazon e non di quelli di Stradella, con annesso il solito, ineludibile caso giudiziario che riguarda la società che gestisce quel magazzino, peraltro.
La verità è che la circolazione è nemica della rendita. E che il mercato è una cosa seria, che seriamente andrebbe interpretata, regolamentata, aperta.
L’altra avversaria è l’avidità, soprattutto in campo editoriale. Perché promuovere i libri altrui non fa perdere schei, li fa guadagnare, a tutti (per questa ragione, ci ostiniamo a parlare de #ilibrideglialtri).
In questo momento, con la promozione Finizio, scaramanticissima (perché il 2020 anche basta), People ha in catalogo i pacchetti dedicati ai libri più fortunati del 2019, quelli più sfortunati (usciti in pieno lockdown) del 2020, i libri dedicati agli Stati Uniti, al clima, alla memoria. Ha una rivista – che costa troppo, a proposito, ma se i lettori dovessero aumentare, il suo prezzo scenderebbe, lo abbiamo detto e lo ribadiamo – che con l’abbonamento arriverà nelle case dei lettori insieme al libro di People del momento.
Il prossimo numero sarà dedicato al potere, alla rivolta e, appunto, alla circolazione (vedi anche alla voce redistribuzione e uguaglianza).
Ecco, in poche righe, il senso di People per i libri. E le persone, soprattutto.
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