Tra le cose che si sono perse per strada nel 2020 ci sono i cambiamenti climatici. Non che prima se ne parlasse a sufficienza o si affrontassero con convinzione. No, anzi. Zero carbonella, come si suol dire. Espressione sintetica della situazione fossile a cui siamo condannati.

È un naufragio – di noi stessi – a cui assistiamo senza farci troppo caso, cercando di allontanare il pensiero, distraendoci il più possibile. E ogni motivo è valido. Il Covid certamente lo è ma in questo caso è diventato uno straordinario alibi, mentre di analogie e di ragioni per riflettere sulla pandemia e sui cambiamenti climatici ce ne sarebbero milioni.

È proprio questo il momento di insistere con le #PrevisionidelTempo. Con la denuncia quotidiana. Con le proposte. E gli investimenti.

Davide Serafin ne ha scritto qui – per la verità sono anni che ne scriviamo. Ora non possiamo non agire. Perché tra un po’ – poco! – cambieranno le linee delle cartine del meteo e non potremo dirci sorpresi.

Ecco, ogni giorno, le #PrevisionidelTempo. E chi non se ne cura, non votatelo più. Dimenticatelo. Lasciatelo al suo destino. Che non deve in alcun modo coincidere con il nostro.

Come scrive Stefano Artusi, Elvis has left the building.

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