Stavo cercando un’epigrafe per il libro che con Davide Serafin stiamo scrivendo sulla questione della patrimoniale (e della progressività, e del contrasto all’elusione fiscale, e della riforma del catasto, e della redistribuzione della ricchezza, e della digitalizzazione, e della promozione della ricerca e della conoscenza).

Mi pare che questa frase di Robert Walser – riportata in un bel libriccino anche da Sebald (Adelphi) – possa funzionare perfettamente, benché “estrapolata” dal contesto, come si suol dire.

Tutti sanno tutto, delle disuguaglianze e del clima. Soprattutto le persone colte, soprattutto chi ha un patrimonio di conoscenze e non solo.

La classe dirigente. Piena di pusillanimi e di filistei. Se non hai quelle caratteristiche, nel club nemmeno ti fanno entrare.

E loro sì, sono loro i colpevoli, perché potrebbero agire e non lo fanno. Perché all’esercizio del potere preferiscono la difesa della rendita. Perché allo stupore di un tempo nuovo contrappongono l’impossibile ritorno a com’era prima, cioè a se stessi.

Ieri ne abbiamo parlato “in diretta” con Beatrice Brignone, segretaria di Possibile, registrando che al governo attualmente ci sono i “buoni” (rimpastosi e rimpastanti), figuriamoci se ci fossero i “cattivi”.

Lo schema è sempre quello, però. Pusillanimi e filistei. Sul fisco, sulle migrazioni, sui cambiamenti climatici e sui diritti.

Reagire è necessario, reagire è urgente.

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