Torno su un argomento che mi sta molto a cuore e che ho toccato qui, parlando di circolazione.
Vale per la cultura e vale per la politica. Del resto, politica non è cultura e viceversa? Averle separate – con superficialità, quasi con sdegno – in questi anni, ci ha portato bene?
E allora mentre tutti telefonano a Mastella* (che pare però essersi sfilato per un’insufficienza di responsabilità parlamentare), ho chiamato Lucio Cavazzoni.
Presidente di Alce Nero per tanti anni, ora muove GoodLand e “vende” progetti per tornare ad «abitare la terra».
Ragionavamo, insieme, sulla questione della consapevolezza che si è estesa, in ambito ambientale e climatico, a fronte di un disastro economico di proporzioni bibliche che – teme Cavazzoni – ne rinvierà l’affermazione nella società.
Per una volta, cassandro di tutti i cassandri, l’ottimista sono stato io e ho ribattuto che l’accelerazione che la pandemia ha determinato riguarderà inevitabilmente questo aspetto.
Certo, è molto tardi, ma perché non progettare piattaforme e logistiche “buone”, come cerca di fare Lucio, che chiamo “Cavazon” per rispondere, simpaticamente e però culturalmente, ad Amazon?
Perché non ricostruire filiere tradizionalissime e insieme innovative, nel Paese giusto, peraltro?
Perché non riscattare il lavoro di chi fatica di più – che non basta una legge, ma ci vogliono appunto cultura e consapevolezza diffuse?
Perché non condividere su vasta scala questa idea di mondo, che sola ci libererà dalle nostre stesse catene, che sono catene prima di tutto psicologiche, di soggezione e di servitù che ci imponiamo da soli?
Questa, anche se per anni vi hanno spiegato il contrario, e hanno puntato tutto su una velocissima corsa all’ignoranza e al presentismo più stolido, è politica.
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* Che Mastella – che poi sarebbe la moglie a sedere in Parlamento, ma al sessismo non si rinuncia mai, vero? – sia difeso dall'”estrema” sinistra, con argomentazioni tanto articolate quanto surreali, la dice lunga sulla situazione politica attuale.
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