Tra giallorossi e gialloverdi – anche nella variante verdini -, oltre le zone grigie dove non esiste più né destra né sinistra, superata la vasta plaga dell’incoerenza, si va allargando la zona lampone.
Nella zona lampone sono tassate le rendite e i grandi patrimoni e le loro successioni, per rendere progressiva la tassazione sul reddito e finanziare la ricerca, la scuola e il clima.
È tutto digitale, per rendere più semplice la vita dei cittadini e contrastare l’evasione fiscale (ogni euro recuperato così, va a ridurre le tasse sul lavoro e sulle imprese).
La cannabis è legale e il consumo è informato e consapevole, come alcuni Stati lampone degli Stati Uniti.
È in vigore un salario minimo, per evitare che le persone siano sfruttate.
Si rispettano le leggi – come la 185/90, quella che vieta di vendere armamenti a paesi in guerra o che non hanno rispetto dei diritti umani (a proposito di Giulio Regeni e Patrick Zaki, ad esempio).
Ci si può sposare, in ogni caso: anche tra persone dello stesso sesso. Pensate che le persone trans, nella zona lampone, hanno piena cittadinanza, nessun ostacolo burocratico e la necessaria assistenza sanitaria.
Il politichese, il latinorum, il ghirigori e il trasformismo sono vivamente sconsigliati: gli abitati della zona lampone tendono a non capire queste cose. E a volte, la loro zona, può apparire lontanissma dalle altre.
Nella zona lampone si può entrare con una semplice autocertificazione che trovate qui.
È il momento.
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