Nel giorno del compleanno di Beatrice Brignone, segretaria di Possibile, si registra un nuovo record di adesioni che chiude alla grande il miglior mese di gennaio di sempre per il partito che lei guida dal 2018.

In uno slancio di romanticismo che credeva di non avere più, l’ispettore Vassalotti si addormenta pensando: Brignone fa rima con lampone, il colore di Possibile. E per un momento gli pare di partecipare ai festeggiamenti e di essere entrato a far parte di quella comunità.

Che la Zona lampone esista davvero, da qualche parte.

Vede se stesso tra queste ragazze e ragazzi (la media dei nuovi iscritti è di 33 anni ma i primi a iscriversi erano quasi tutti ventenni) e immagina che un pezzo di mondo si possa cambiare sul serio. Dal divano in cui si è appisolato – è ormai molto tardi – vede un tg nella notte in cui sono questi ragazzi a partecipare alle consultazioni e a sedere sui banchi del governo. E sorride.

Il telefono, all’improvviso, interrompe questo delirio onirico. È Coloccini – quello non dorme mai, chissà che problemi ha – che gli deve assolutamente parlare. Ha scoperto una cosa, forse la chiave di tutto.

Vassalotti si sveglia. In tv parlano di Maie, di mandati esplorativi per formare il terzo governo della legislatura, di problemi apparentemente insormontabili con i vaccini, di scontri tra maschietti tipo rissa da bar, di un paese stremato.

La realtà, a volte, non supera la fantasia.

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