Stava guardando un documentario, Vassalotti, sui cambiamenti climatici (da quando è in Possibile, ancorché per finta, non guarda altro) e tutto ad un tratto, guardando una piccola foca in fuga dal riscaldamento globale, ha capito tutto.
Possibile è un partito guidato da una donna, anzi due, perché la “vice” è una donna anche lei.
Da quando i maschietti se ne sono andati, è stata un’esplosione di creatività, di pulizia nella comunicazione, di immediatezza. Di sincerità. E i risultati si vedono.
Intendiamoci, non sono quote rosa, no no. Al massimo lampone: perché la leadership si conquista con il duro lavoro, con scelte coerenti, attraversando periodi difficilissimi. Sapendo costruire comunità, ecco la parola che andava cercando, l’ispettore, che diventa ogni giorno che passa una specie di antropologo, a furia di frequentare questi qui. Anzi, queste qui.
E sono donne che non hanno un capo sopra la testa, o non hanno seguito l’onda. Troppo facile. Si sono fatte da sole, in una missione impossibile. «E il meglio deve ancora venire!», dice con un filo di sarcasmo a cui non sa rinunciare, l’ispettore, mentre i dugonghi sono in crisi. Come tutto il pianeta.
Che sia questo il segreto? E però perché i giornali non le citano mai? Deve capirlo, l’ispettore, perché forse questa è la chiave. La chiave che cercava.
[Per aderire a Possibile: www.possibile.com/tessera]
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