Veltroni a Milano, giornata intensa. Dalla lettura dei giornali della mattina scopro che – todos veltronianos – molti mi hanno già superato, andando ad arricchire – con scoperte a dir poco sorprendenti – la componente überveltronisch. Nel frattempo, c’è anche un mondo che si muove, all’esterno delle segreterie e delle pagine della politica milanese. Si delineano gli schieramenti per la campagna delle primarie per le elezioni regionali. Inizia a circolare il nome di Paolo Corsini, sindaco di Brescia, per la segreteria regionale del Pd, senz’altri sponsor che la sua competenza e la sua preparazione politica e amministrativa. Da tempo conosco e apprezzo Paolo, con cui ho avuto il piacere di condividere iniziative politiche di grande rilievo. La sua candidatura, se confermata, è una buona notizia per il Pd e per la Lombardia e un segnale preciso: che le scelte che riguardano il gruppo dirigente non sono già decise nel segreto delle stanze della politique politicienne, e che si possa anche discutere. E investire sul tema che mi sta più a cuore, quello che gramscianamente definirei dell’egemonia e che, nel nostro tempo e devastato e vile, traduco così: basta con i complessi di inferiorità nei confronti di Formigoni e della destra. Se c’è Corsini, il senso della mia candidatura kamikaze svanisce. L’obiettivo del pluralismo è centrato. Anche in Lombardia.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti