Chi avesse assistito alla kermesse del candidato sindaco della destra e del suo padrino, si sarebbe reso conto, oggi pomeriggio, per le strade del centro, della strana composizione dello schieramento che si oppone a Michele Faglia. Si tratta di una struttura che ha più a che fare con la geologia che con la politica. Scorrendo i visi che facevano autorevolmente parte del codazzo, si potevano apprezzare tutte le epoche del governo della città: avrei scritto del ‘vecchio’ ma si sa che poi, a cominciare dall’eterno giovane che li guidava, si sarebbero offesi. C’era la Monza da bere degli anni Ottanta, quella turboleghista dei primi Novanta, quella rediviva della sfortunata stagione azzurra della fine del millennio. C’erano i giovani leoni di Cl, gli ex-socialisti, gli ex-missini e quelli che ancora lo sono, in una curiosa riedizione del pentapartito, che nel caso dell’attuale coalizione, per via delle stratificazioni geologiche, è diventato qualcosa di simile a un dodecapartito. C’era anche, tra la folla, il figliol prodigo Pisani (rientrato in extremis nella coalizione che aveva abbandonato mesi fa), a dimostrazione che si tratta della coalizione dell’«a volte ritornano». Quand’anche da epoche lontane, ma ci provano. La giovane Monza di Faglia sembra lontana anni luce…
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