Negli scorsi giorni, per rispondere nel mio piccolo al bailamme milanese sui Rom di cui è stato assoluto protagonista Filippo Penati, avevo chiesto un impegno della Ue e dello Stato italiano e una visione più ampia, di sistema, per trovare soluzioni concrete (scrivevo così: «il problema dell’accesso dei Rom è diventato sempre di più un problema europeo e nazionale, di cui ci si dovrebbe occupare in modo sistematico (da Bruxelles, da Roma, con il contributo di una Regione e di un Comune come quello di Milano che sotto Formigoni e Albertini l’hanno lasciato marcire, il problema, per ritagliare un po’ di spazio alla propria demagogia)». Non sapevo, ovviamente, che Veltroni oggi fosse in Romania. A far cosa? Leggo da un’agenzia (Apcom): «Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, è giunto questo pomeriggio a Bucarest dove domani firmerà alcuni protocolli d’intesa che permettano “da un lato di portare una riduzione del numero di espatri” di cittadini rumeni e di etnia Rom dalla Romania in Italia, in particolare a Roma, “ma soprattutto per creare le condizioni anche per il rientro di questi” dall’Italia in quel Paese. Accompagnato dall’assessore alle Politiche sociali, Raffaela Milano, e dal vice capo di gabinetto Luca Odevaine, Veltroni ha incontrato questo pomeriggio il primo ministro rumeno Calin Popescu, prima di recarsi nella residenza dell’ambasciatore italiano a Bucarest per un breve ricevimento. “La Romania in questi anni si sta trasformando rapidamente, cresce dell’8% l’anno – ha spiegato il sindaco – qui le imprese italiane hanno un ruolo molto importante: nell’ambito dell’amicizia fra i nostri Paesi le intese che firmeremo cercheranno di rafforzare i nostri rapporti culturali e il problema dell’ingente flusso migratorio dalla Romania in Italia, in particolare a Roma”. Veltroni ha quindi spiegato che i protocolli, che saranno firmati domani mattina e che appunto non sono noti nella loro complessità, saranno “un modello che può essere esportabile in altre città italiane ed europee” e riguarderanno “tre aspetti”, soprattutto “progetti sociali in collaborazione con i tre Comuni rumeni dai quali è più grande il flusso migratorio e politiche della sicurezza”. Le intese cercheranno di facilitare “il rientro nella loro Patria di persone emigrate, sia rumeni che Rom, per i quali cercheremo di creare qui le condizioni di un rientro volontario, anche i minori, che saranno accompagnati, ma che poi troveranno delle strutture sociali già pronte”».
Inutile aggiungere che è questo il modello a cui pensavo.
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