Un optometrista candidato in Forza Italia chiede di aguzzare la vista (genius!): abbiamo deciso di seguire il suo consiglio. Dopo avere registrato i dati statistici sull’inciviltà delle forze politiche (il podio è così composto: sul gradino più alto i moderati-si-fa-per-dire dell’Udc, al secondo posto Forza Italia, al terzo An), ci siamo dedicati ad un prezioso dossier fotografico che produrremo nei prossimi giorni. Dal dossier emerge prorompente la figura e l’opera di Carugo – il “caro Ugo” degli Umanisti – mandato a Monza da Formigoni. Per presentarsi in una città che non è la sua, Carugo ha pensato bene di adottare un biglietto da visita 100 per 140. Proprio così. Dovete sapere che i manifesti standard sono 100 x 70 cm. Carugo li ha più grandi. Così quando li affigge in mezzo ai tabelloni, con uno soltanto riesce a coprirne quattro degli altri. Complimenti. Il manifesto immediatamente abusivo è servito a Carugo per farsi conoscere: ciellino integerrimo, ha fatto subito capire chi è. Come lui, anche i candidati a lui collegati nei consigli di circoscrizione. Nel loro caso i manifesti sono delle dimensioni corrette e non abusive. Soltanto li hanno messi dappertutto e, quasi sempre, nei posti sbagliati. Il migliore è Parenti, il cui nome fa segno con evidenza al legame che lo tiene vicino al suo caro Ugo. Gli amici di Formigoni, pur mettendocela tutta, non hanno però ottenuto la palma dei più incivili. A soffiargliela con un’azione meticolosa, quasi maniacale di abusivismo è stato Gargantini. Il partito è l’Udc, la formazione dei moderati con la colla. Gargantini è comparso con un manifesto di pessima fattura, una foto virata al rosso-maròn di piccole dimensioni, un font che non si usava nemmeno ai tempi dei caratteri mobili. Con il suo manifesto bruttino anziché no ha impestato tutta la città. Ieri se ne contavano 24 in via della Birona: ed è stato l’en plein. In generale, Gargantini compariva dovunque, sui tabelloni, preferibilmente sugli spazi del sindaco Faglia. Un vero gentiluomo. Mi sono chiesto: perché una persona (rispettabile sulla carta, ma non sul manifesto) deve fare così? Secondo me, per Gargantini è una scelta di vita. Lui ha sposato l’abusivismo elettorale, come altri hanno deciso di mettere il loro nome sui muri, firmandosi con tag e scritte d’ogni tipo. Ecco: Gargantini è un writer dei manifesti, un graffittaro della scheda. Un fenomeno da studiare sotto il profilo scientifico, a partire da martedì. Ovviamente, siete pregati di non votarlo…
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