Congresso regionale dei Ds. Invitato speciale Roberto Formigoni. Interviene al mattino, magnificando le intese sul federalismo e lo spirito bipartisan che aleggia in Consiglio regionale negli ultimi tempi, fin dal luglio dell’anno scorso. E’ il Formigoni del mattino. Poi ce n’è uno del pomeriggio. E’ quello che ho voluto ricordare ai pochi delegati presenti – la tensione era tale che sembrava di stare in quel teatro di Mosca con il gas nervino – intervenendo in una sede di partito dopo un anno dalle mie dimissioni da tutti gli incarichi a livello regionale, in segno di protesta per come erano state compilate le liste elettorali. E non ho potuto esimermi dal ricordare che c’è il Formigoni del dialogo, e quello del potere e della paura. Quello delle intese, e quello delle mozioni contro gli omosessuali. Quello dei proclami, e quello dell’incapacità di individuare soluzioni, in molti campi, a cominciare da quello dell’ambiente e della mobilità, nel quale in 12 anni di governo si è visto poco o nulla. E, infine, c’è il Formigoni moderno e innovativo in campo istituzionale, e quello retrogrado, che chiude i phone center, si accanisce con le forme della diversità, e non sa interpretarle in alcun modo. Da tempo credo che piuttosto che assecondare il nostro straordinario complesso di inferiorità, dovremmo lavorare all’alternativa, una prerogativa storica della Sinistra d’ogni tempo. L’unica cosa da fare è concepire i Ds e il nuovo Partito democratico come una sede di ricerca e di dibattito aperto, per lanciare la sfida del 2010, quando Formigoni – non credo nell’ennesima reincarnazione – lascerà il governo regionale, e la partita sarà finalmente nuova. Non vorrei che, in ragione di dati elettorali non confortanti, si perdesse il senso della critica, della riforma, della volontà di cambiare. Sarebbe triste. Davvero.

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