Il settimo splendore è il titolo della mostra dedicata alla malinconia e alla sua modernità che si può ammirare nelle stanze del Palazzo della Ragione di Verona restituite alla città come maestosa sede espositiva (bravo Zanotto!). Il pezzo forte è il Botticelli de Il ritorno di Giuditta a Betulia, la sua città finalmente salva grazie al suo drammatico gesto. La scimitarra e la testa decollata di Oloferne fanno da contraltare all’espressione di Giuditta, che sembra assommare su di sé la sensazione di una dolorosa soddisfazione, di un lieve rimorso e di un distacco malinconico dalla realtà che la circonda. E uno pensa: chissà se la rifarebbe, Giuditta, la mossa di prendere la scimitarra e calarla sull’abbandonato corpo di Oloferne. Certo, guidata dal Signore e con tutte le ragioni del caso. Sta di fatto che l’espressione passa direttamente al visitatore, lo accompagna nel lungo e articolato percorso espositivo tanto che, una volta uscito su piazza delle Erbe, gli pare di essere sortito dall’antro di Trofonio. La malinconia. E la sua attualità. Che, a volte, sembra non passare…
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