Elezioni comunali di Lissone. Con mio sommo disappunto il centrosinistra si presenta diviso. Il mio e nostro candidato Emilio Ghigni, sostenuto da Uniti per il centrosinistra (Ds, Sdi, Udeur) e da una lista rosso-verde (Prc e Verdi), punta così al ballottaggio, nella speranza che Perego (Margherita) e Mazzoleni (liste civiche) facciano convergere i voti su di lui. Insomma, mutatis mutandis, un po’ come Ségolène. Il suo programma punta sulla partecipazione (vedi alla voce: democrazia) e sulla qualità della vita e il suo slogan è: competenza e passione. Semplice e chiaro. A Lissone si vive in un’emergenza urbanistica che ha dell’incredibile. La giunta uscente ha previsto uno sviluppo scriteriato, neanche ci si trovasse in una fase di ricostruzione post-bellica o in una metropoli cinese. La densità abitativa di Lissone, già altissima, salirebbe addirittura di un 20%. La città cresce, insomma, ma solo in metri cubi: dal punto di vista sociale e ambientale, ovviamente, crescerebbero soltanto i problemi. Il centrodestra è forte sulla carta, il candidato sindaco è l’uscente Fossati, ma il proliferare di liste civiche e le divisioni della coalizione che governa la città fanno pensare che Ghigni Royal ce la possa fare. Al secondo turno. Alla francese. A Lissone. P.S.: se tutto va come deve andare, ho annunciato questa sera che mi trasferirò a Lissone per il ballottaggio, in camper. Nella speranza che di qui alla fine del mese non siano già state occupate dal cemento tutte le aree (poche) ancora libere. Altrimenti, non saprei nemmeno dove parcheggiare…
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