Luca Imeri, responsabile del programma del Comitato per Michele Faglia sindaco, mi ha inviato un bel resoconto della giornata di sabato, che vi propongo così com’è. Perché è così che, sabato, è andata, con il primo esperimento di democrazia partecipativa e assolutamente diretta promosso nella nostra città (e, forse, non solo).

Venti persone, scelte da un computer tra gli 8000 monzesi che lo scorso anno avevano votato alle primarie. Casalinghe, insegnanti, professionisti, che il Sindaco ha invitato ad un incontro con lui a la Giunta, per un bilancio dei primi 5 anni di amministrazione e per sentire cosa secondo loro è importante sia al centro del programma delle cose da fare per il prossimo quinquennio. Non una cronaca la mia, solo alcune impressioni. La prima: ma che bella gente! Attenta, informata, appassionata, equilibrata, esigente, generosa, aperta. Gente che ti fa pensare: accidenti, se è per questa gente che ho penato e faticato in consiglio comunale (per approvare un bilancio che permette di fare le cose importanti che in questi anni hanno cambiato la città o per approvare un provvedimento urbanistico che salva le aree verdi), ne sono felice. Perché se lo merita. Perché è gente così che fa bello il mondo in cui vivo. Ma ancor di più: perché, egoisticamente, questa gente sono io!
Un’altra impressione: che senso di sintonia! Un terreno solido di valori condivisi. La stessa lingua, lo stesso sentire, che risuona in uno spazio comune e così si arricchisce. E quale maturità. Proposte non solo belle, ma serie: “I bambini iniziano a pagare l’uso dell’autobus quando superano il metro di altezza. Oggi i bambini crescono un sacco! Perché per educare i bambini all’uso del mezzo pubblico, non ne rendiamo gratutito l’uso sino ai dieci anni?” O ancora: “Gli affitti sono sempre più alti. Comprare casa sempre più difficile. Perché il comune, in convezione con una o più banche, non offre una fideiussione che garantisca comunque il rimborso di una certa quota del capitale, così da poter ottenere tassi agevolati o durate più lunghe del mutuo?”
Una città ben più avanti di come la stampa locale "tradizionale" vuole dipingerla. Persone che non meritano la beceraggine culturale e la sciatteria amministrativa (ove non peggio) del centro-destra monzese. Alla fine un applauso, di tutti a tutti. Un applauso perchè la gioia, palpabile, aveva bisogno di un’espressione. La gioia dell’incontro. Qual’è stata l’alchimia di fattori che sabato ha permesso un incontro così felice e fruttuoso? Che strani ed imprevedibili noi esseri umani. Un’esperienza bella e straordinaria. Forse la prima in Italia, di questo tipo. Dove si erano mai visti, in una grande città del nostro paese, Sindaco, vice- Sindaco e quasi tutta la Giunta, in dialogo (e prima di tutto in ascolto) con un gruppo di cittadini "qualsiasi", sconosciuti sino a quel momento? Un incontro senza reti, non "pilotato", in questo senso non preparato. Un’esperienza che ci insegna anche qualcosa per il futuro, ad esempio che la prossima volta sarà importante cercare di avere non dieci, ma cento persone. Ma in gruppi piccoli, quindici-venti persone al massimo. Perchè questa è la dimensione della concentrazione nell’ascolto. La persona al centro.

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