Trecento persone (più quelle che non sono riuscite ad entrare, con cui ci scusiamo) per la proiezione del film di Al Gore a Monza. Una sala strapiena, un dato che – dalla serata dedicata alla Cascinazza dello scorso novembre, all’iniziativa ‘partecipativa’ di domenica, alla presentazione di martedì sera della lista Faglia – conferma che a Monza sono in atto cambiamenti ‘climatici’ di vasta portata, che fanno pensare che i sondaggi che ieri Berlusconi ha sventolato siano, come spesso accade, molto lontani dalla realtà. Tra i trecento, nessun giornalista (dopo pagine e pagine dedicate a Berlusconi forse erano stanchi), ma molti giovani, a riprova del fatto che la politica deve cambiare codici e linguaggio, se vuole essere coinvolgente. In più una sintonia pressoché perfetta degli interventi dei relatori e un legame forte con un Al Gore in viaggio, “di città in città”, come piace fare anche a noi, per parlare di verità difficili da accettare e spesso eluse, anche perché drammatiche e quindi immediatamente impopolari, dal dibattito politico. Proseguiremo con un campagna che guarda al futuro, perché si basa su di un progetto ambizioso e sui ‘famosi’ contenuti, anziché sulla banale contrapposizione con un centrodestra che di contenuti è privo in modo fin sospetto: va bene non averne, però così si esagera. Per scoprire che parlare di una città può voler dire parlare di cose più grandi e che cose più grandi riguardano la nostra città in modo molto più significativo di quanto ci si possa aspettare. A noi la politica piace così.
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