Ho aderito all’appello degli amici di Ciclobby perché il blocco di domenica sia un vero blocco, con poche, pochissime deroghe e con nessuna esenzione (come in passato, ad esempio, per le Euro 4). Se il blocco deve essere, lo deve essere sul serio: Ciclobby sostiene giustamente che "escludere dall’ordinanza di blocco una vasta platea di veicoli a motore (in primis Euro 4) riduce l’efficacia del provvedimento, è in contraddizione aperta con lo scopo di abbattere il carico inquinante, rende molto più difficili i controlli da parte delle autorità chiamate a vigilare sulla osservanza del divieto di circolazione". Ma sappiamo che nessuno ci ascolterà: del resto, come sempre, il blocco è stato preparato male dalla Regione Lombardia e la sua stessa tipologia pone molti interrogativi. Programmato da tempo, neanche si trattasse di una cerimonia o di una ricorrenza, il blocco interviene dopo settimane intere di PM10 alle stelle e magari – ironia della sorte – coinciderà con una giornata di neve (come è successo due anni fa, per altro). La Regione, dopo l’approvazione della legge del dicembre scorso non ha finanziato alcun intervento straordinario; il Comune di Milano, con l’assessore Croci (un nome, un destino) si è incartato sui ticket e si è dimostrato del tutto impreparato a contribuire alla sfida contro lo smog; i richiami degli amministratori delle più grande città della Lombardia sono rimasti senza esito; le novità per il trasporto pubblico locale tardano ad arrivare. Ecco che cos’è, davvero, il blocco: quello della politica, milanese e lombarda, evidentemente obnubilata dalla concentrazione eccessiva di polveri sottili. Del blocco, sul blog, parleremo ancora: attendo vostre segnalazioni e vostri commenti.
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