Questo era, in una prima fase della sua lavorazione, il titolo di Saturno contro, il nuovo, straordinario film di Ferzan Ozpetek. Con echi alla Almodóvar (penso in particolare a Parla con lei) e una tensione vicina all’ultimo Moretti (la morte ne La stanza del figlio e la crisi coniugale de Il caimano), il film parla della separazione e della sua impossibilità, della mancanza, dei giorni, difficili, della perdita e dell’abbandono. E’ un film drammatico, ma aperto a un esito incerto e, Saturno nonostante, di speranza. Il pianeta della malinconia si mette subito di traverso nella vita di un gruppo di amici – che non può non richiamare alla mente la comunità delle Fate ignoranti -, mettendo in discussione le loro relazioni, mentre Lorenzo dorme, colpito da un’emorragia cerebrale. La trama si dipana così nella triste attesa di un decesso, attraverso un richiamo sobrio e pudico all’eutanasia e ai ‘dico’, con la costante della ricerca dell’amore nelle sue forme più imprevedibili. Una ripresa in piano-sequenza del duo di amanti Ferrari-Accorsi per le strade della Roma più bella è non raccontabile, il finale al Circeo è struggente, anche grazie a Neffa e alla sua Passione. Ma non vi dico di più: solo di andarlo a vedere, appena potete. Ne vale la pena.

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