Al sindaco Moratti va riconosciuto il merito di avere introdotto, prepotentemente, il tema dell’inquinamento delle auto e di avere cercato di formulare una proposta in tempi rapidi. Ora, però, è il caso di precisare meglio questo proposta, a meno di non voler introdurre una semplice tassa d’ingresso a Milano, che non è esattamente il modo migliore per contrastare l’uso dell’auto e per ridurre l’inquinamento (tutt’al più è uno strumento formidabile per fare cassa). Con Marco Cipriano, abbiamo riproposto il pacchetto di soluzioni che il nostro gruppo aveva presentato quasi un anno fa. Per combattere lo smog Milano non può limitarsi a strumenti punitivi che finirebbero per penalizzare chi sceglie l’auto perché non ha alternative. Occorre piuttosto introdurre un meccanismo di incentivi e disincentivi, favorendo il trasporto pubblico e collettivo, come non si è fatto finora per precisa scelta politica. Noi abbiamo proposto l’attivazione di un vero e proprio bonus per chi sceglie di lasciare l’auto in parcheggio e di utilizzare i mezzi pubblici, sotto forma di forti sconti per i parcheggi di corrispondenza e di una tariffa unica che comprenda parcheggio e biglietto del mezzo pubblico. Abbiamo proposto inoltre che le politiche del traffico siano modulari, con ticket d’ingresso che scattano quando gli inquinanti rimangono sopra la soglia per più di tre giorni. È una scansione di interventi già sperimentata dalla città di Bolzano, ed esistono le tecnologie per applicarla a Milano con l’introduzione di una tariffa modulare per regolare gli accessi, plausibilmente limitandola all’area interna alla circonvallazione. Non si può eludere infatti una questione importante, e cioè che i mezzi pubblici sono capillari solo all’interno di quella zona. Lo strumento ticket è utile e delicato ed è troppo importante valutarlo bene per evitare di percorrere una strada sbagliata. Non si sprechi un’occasione così decisiva per Milano, la sua Provincia e per la lotta all’inquinamento. Ci auguriamo che Moratti e Croci ascoltino le proposte alternative e che non si concedano imposizioni e decisioni dall’alto. Sarebbe una prova di maturità politica.
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