Ho inviato a Pierfrancesco Majorino, candidato consigliere a Milano per l’Ulivo, una lettera sulla cultura. Visitate www.majorino.it. Riporto il testo qui di seguito: Caro Pier, come saprai sicuramente in Regione abbiamo l’assessorato alle culture e alle identità: con questi due termini, non si fa riferimento alla globalizzazione, ai migranti, all’incontro tra le persone e tra i popoli, se non limitatamente all’ambito regionale. Dialetti, campanili, atavismi la fanno da padrone e l’unica iniziativa transfrontaliera di questi anni ha riguardato il Canton Ticino e i Grigioni. Credo che sia venuto il momento che Milano dia un segnale. Ricordando prima di tutto che non è il caso di parlare di culture o di identità, perché la cultura è una e vi partecipano tutti e le identità, come vuole Sen, sono processuali, si modificano, non sono date una volta per tutte. E che sia venuto il momento di avvicinare le persone di diversa provenienza con tutti gli strumenti possibili: dall’anagrafe ai servizi del Comune, dalla conoscenza reciproca (l’unica reciprocità che possiamo accettare) allo scambio di idee, alla circolazione di mondi diversi all’interno del nostro, troppo chiuso e impaurito. Stoccarda, capoluogo di un Land amministrato dal centrodestra, si propone quale Vorbild für Integration. Milano può fare lo stesso, diventare modello in questo campo con un’azione politica coraggiosa, di ampio respiro e a largo raggio, che abbia sempre presente questo tema, in tutti gli ambiti dell’amministrazione. La politica au grand jour, quella che guarda alle trasformazioni del mondo, immediatamente locale e globale, ci chiama a questa sfida. Sono certo che tu la raccoglierai.

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