La Giunta Formigoni ha una particolare predilezione per Monza. Seguiamo le tappe di una storia lunga lunga, che ci conduce fino ad oggi pomeriggio: la Commissione urbanistica del Consiglio regionale ha infatti votato le modifiche di cui si parla in questa nota, da ultimo. Ovviamente, il lettore accorto si renderà ben conto che si tratta solo di coincidenze.
Il 4 agosto 2003 il Consiglio Regionale approvava una legge (la n. 14) che di fatto impediva ad una decina di Comuni che avevano un Piano regolatore approvato anteriormente alla LR 51 del ’75, di potersi autoapprovare il Piano dei Servizi previsto dalla LR 1/2001, con la scusa che alcune Amministrazioni avevano abusato della LR 23/97, con “varianti accelerate”. Tra questi pochi Comuni in Lombardia con un PRG così datato, vi era anche Monza, la quale aveva già avviato a fine Agosto 2002, l’iter per adottare ed autoapprovarsi il Piano dei Servizi, che, come noto, consente di riadeguare i vecchi Piani Regolatori alle quantità di standard di legge, (fermi, in quei casi, a quelli del DI 1444 del ‘68) anche apponendo vincoli di inedificabilità sulle aree libere. Peraltro, paradossalmente, quei Comuni così puniti, non avevano mai potuto utilizzare ed abusare della LR 23/97, perché di fatto era loro impedito dall’ art. 2 della stessa legge.
Il 5 marzo del 2004, la società Istedin di Paolo Berlusconi, presentava al Comune di Monza un corposo Piano di Lottizzazione che chiedeva di edificare ben 388.000 mc sull’area della Cascinazza, previsti sì dal PRG vigente (approvato nel lontano 1971), ma non nella Variante Generale adottata il 25.3.2002, ancora oggi in salvaguardia, che ne prevede (si fa per dire…) solo 200.000, quantità introdotta dalla Giunta del Polo di Monza nel 2002, stravolgendo la variante Benevolo del ’97 che destinava quell’area a Parco Territoriale sovracomunale. Tutti si chiedevano il perché di tale evidente errore dei proponenti; in ogni caso, anche per tale contrasto col PRG adottato nel 2002, il PL venne bocciato dalla Commissione Edilizia e poi respinto.
Si faccia poi conto che fin dal 2002, sulle aree agricole della Cascinazza, poste subito a ridosso del Lambro, il PAI (Piano di Assetto Idrogelogico) prevedeva un vincolo di inedificabilità assoluta (fascia A), in quanto l’area stessa è interessata da notevoli fenomeni esondativi. Ma, come per incanto, quei vincoli, sono stati successivamente ridotti, nonostante il parere contrario del Comune di Monza e dei Comuni posti a sud (Brugherio, Sesto San Giovanni e Cologno Monzese) che avevano anche presentato specifica osservazione alla Regione e all’Autorità di Bacino e poi ricorso al Tribunale delle Acque. Su quelle vicende del PAI, ha indagato la trasmissione Report di RAI 3, durante la quale, l’ex Direttore del Servizio Geologico della Regione Lombardia, (successivamente diventato Segretario dell’Autorità di Bacino del fiume Po), mostrava un forte imbarazzo sull’argomento Monza. Ma, con la pubblicazione sulla Gazzette Ufficiale di Febbario 2005, la variante PAI in riduzione, entrava in vigore, facendo così miracolosamente rinascere l’edificabilità sull’area della società Istedin di Paolo Berlusconi, giusto per la parte interessata da edificazione di quel PL. Si noti bene che il corposo Piano Attuativo della Istedin venne presentato a soli 2 giorni dall’adozione di quella variante da parte dell’Autorità di Bacino (3 Marzo 2004) (per saperne di più, vedi anche alla voce scolmatore).
Nei primi mesi del 2005, a fine legislatura, la Giunta Formigni faceva sbarcare in aula l’approvazione della LR 12/2005. Il PDL originario prevedeva per i Comuni con PRG vigente approvato anteriormente alla LR 51/75 (a quella data erano praticamente solo Campione d’Italia, in territorio svizzero, e Monza) un particolare trattamento che di fatto impediva a 2 soli Comuni della Lombardia su 1543, qualsiasi tipo di variante urbanistica (o di altra azione in campo urbanistico). Di tale particolare trattamento, previsto dal famigerato art. 25 della LR 12/2005, ne dava successiva conferma lo stesso Assessore Boni nella trasmissione Report, sopra citata. Solo con un emendamento e suscitando grande scalpore politico si riuscì a consentire ai 2 Comuni in questione di potersi approvare le varianti per realizzare opere pubbliche con la LR 23/97, almeno per farsi una strada o un scuola…
Ecco arrivare ora, nel 2006, anche il PDL 145 di Boni e Formigoni che prevede che le misure di salvaguardia, che in Lombardia sin dal 1975 (e quindi da ben 30 anni) hanno durata di 5 anni dall’adozione delle varianti ai Piani vigenti, improvvisamente si riallineino alla normativa nazionale (cioè 3 o 5 anni, a secondo dei casi). C’è solo da chiedersi perché oggi tanta premura e perché non sia stata introdotta quella norma fin da subito con l’approvazione della LR 12/2005, visto che invece, proprio in quella legge, all’art. 36, si chiarisce che le misure di salvaguardia valgono per 5 anni, senza distinzione di sorta. Né alcuno ha mai avuto nulla da obiettare sulla durata delle quinquennali misure di salvaguardia in Lombardia, mai annullate da alcun TAR o dalla Corte Costituzionale. Ma a questa domanda, forse è facile rispondere tornando ancora a Monza, dove con l’entrata in vigore di tale nuova disposizione, molto probabilmente decadrebbero come per incanto le salvaguardie del PRG del 2002 e riprenderebbero quindi vigore le abnormi previsioni del Piano Piccinato del ’71, con tutti i suoi 310.000 abitanti previsti, mentre la popolazione di Monza è ferma, da 25 anni, a soli 120.000 circa.
E così, ma è sicuramente una coincidenza, con l’approvazione di questo PDL, la Istedin vedrebbe il proprio Piano di Lottizzazione per 388.000 mc, presentato nel lontano 5 marzo 2004, tornare in auge e lasciare così sguarnito il Comune di Monza che non potrà invocare più l’applicazione di tale misure di salvaguardia per bocciarlo.
Ricapitolando e come promemoria:
1. 4.8.2003 – LR 14 – impossibilità per Monza di autoapprovarsi il Piano dei Servizi che le avrebbe consentito di vincolare aree edificabili (per es.: Cascinazza);
2. 3.3.2004 – adozione di variante al PAI per la riduzione delle fasce di inedificabilità sull’area della Cascinazza;
3. 5.3.2004 – presentazione del PL Istedin di Paolo Berlusconi per 388.000 mc, in contrasto però con il PRG adottato il 25.3.2002 (in salvaguardia). La Commissione Edilizia lo respinge nell’Ottobre per contrasto col Piano adottato e in salvaguardia;
4. 4.2.2005 – entrata in vigore (pubbl. sulla GU) della variante al PAI in riduzione delle fasce di inedificabilità sulla area della Cascinazza;
5. 11.3.2005 – LR 12 – approvazione dell’art. 25, comma 2, che impedisce a Monza di approvare qualsiasi tipo di variante se non quelle per poter realizzare OOPP con le procedure della LR 23/97;
6. 22.3.2006 – DGR VIII/2128 – PdL che prevede la riduzione delle misure di salvaguardia dei Piani adottati, da 5 a 3 anni, se questi non sono trasmessi entro un anno all’amministrazione competente per la loro approvazione (è il caso di Monza).
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