A Milano si è perso, in una giornata elettorale strampalata in cui Nexus ha dato dati prudenziali fino alla confusione e il Comune di Milano si è distinto per l’incredibile ritardo nella raccolta e diffusione dei dati (non hanno ancora finito!). E’ stata una campagna elettorale difficile, post-elettorale, stanca e sottotono in cui non è montato il clima che ci si aspettava per ribaltare il risultato delle politiche. La bassa affluenza non ci ha favoriti, essendo fenomeno perfettamente trasversale (è stato sufficiente guardare il dato di Porta Venezia, tra i più alti, per capire che la destra non aveva affatto disertato le urne). Tra i pochi motivi per sorridere il risultato della lista Ferrante e di Corritore in particolare, una figura da cui ripartire, per l’alto contenuto di innovazione programmatica e per lo stile politico semplice e immediato. Come si deve ripartire da Pierfrancesco Majorino, che ha confermato le nostre aspettative, e dalla sorpresa dell’omonimo Pierfrancesco Maran, giovanissimo candidato eletto tra i primi nella lista dell’Ulivo. Ricomincio da Pier, insomma, per raccontare un’altra storia.
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