Solo le briciole per il diritto allo studio e per l’edilizia scolastica: questo è stato il nostro commento ai provvedimenti approvati ieri dalla commissione cultura del Consiglio regionale. Due sono gli atti che abbiamo constestato. Scandaloso è soprattutto il provvedimento che riguarda il diritto allo studio: fissa il tetto per gli assegni di studio (1,333 milioni) e assegna ai piccoli Comuni le risorse necessarie per il trasporto scolastico e l’assistenza ai disabili (4,493 milioni di euro): risorse che la Giunta regionale lascia inalterate ormai da un quinquennio, per la misera somma di 5,826 milioni di euro, a cui si aggiungono le altrettanto scarse risorse destinate all’orientamento musicale (1,514 milioni). Vale la pena di ricordare che lo stanziamento per il buono scuola è di circa 41 milioni di euro, cioè 30 volte quanto viene destinato per gli assegni di studio, a cui vanno 1,3 milioni di euro. E gli assegni di studio – del valore di 500 euro (sigh) – sono riservati a quegli studenti che hanno la media dell’ottimo o del sette e mezzo e un reddito ISEE inferiore ai 15mila euro. Insomma, gli studenti poverissimi e super bravi, condizioni non richieste a chi concorre per i buoni scuola per l’accesso alle scuole private. Questa, bellezza, è la Regione Lombardia.
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