Il successo di ieri sera – conferenza con Baio, Cianciullo, Lanzani e, soprattutto, Pistorio – è stato evidente sia per la partecipazione di pubblico che per la qualità del dibattito. Si è intravista la possibilità di una soft Brianza, che punti sulla qualità, sulla compatibilità e la sostenibilità, e che si dimostri attrattiva grazie all’innovazione. Sullo sfondo il progetto, al quale sto lavorando, di una Brianza che diventi centro d’eccellenza nella ricerca e nella promozione di politiche ambientali, nobilitando quello che c’è già e puntando sul territorio e sull’ambiente quali risorsa strategica. Il dibattito ci ha portato anche a toccare temi di rilevanza regionale – il sistema della formazione professionale, ad esempio, famoso soprattutto per le inchieste giudiziarie che lo riguardano e per lo straordinario spreco di risorse – e quella particolare interpretazione della memoria che tanto è cara ai lumbard ma che rappresenta così poco l’identità dei lombardi. Anche di questo parleremo nei prossimi incontri che organizzeremo in Brianza. Numerosi e distribuiti sul territorio: abbiamo del resto un conto aperto con l’ambulante di Carnate (ve lo ricordate?) e vogliamo onorare gli impegni. Prossimo appuntamento: una riflessione sulla Lombardia e sull’Italia, a partire dal saggio di Guido Alborghetti, Il libro nero del governo Berlusconi. Il 7 febbraio, alle ore 21. Ad Arcore. E dove, sennò?
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