Alla fine, dopo aver vinto al primo turno, Penati si aggiudica la vittoria anche al ballottaggio. A nulla sono valsi gli apparentamenti più disparati e insoliti che Colli ha collezionato tra primo e secondo turno, mettendo insieme medici, padani, craxiani, liste che avevano artatamente adottato il simbolo della pace e dell’ecologismo.
Il voto leghista, soprattutto, non ha scelto il presidente uscente e in alcuni seggi di Monza ha anzi chiaramente promosso Penati, che avanza non solo in termini percentuali, ma anche in voti assoluti.
E’ un risultato importante e a tratti straordinario, perché conferma e rilancia la vittoria alle elezioni comunali del 2002, che la CdL continuava a considerare un’eccezione. Questa vittoria offre alla precedente un conforto tutto-politico. Le elezioni provinciali sono infatti elezioni amministrative, ma sono quelle su cui l’espressione politica è più netta, perché più sfuggenti sono i contenuti e le deleghe che i cittadini sanno essere attribuite alla Provincia.
Ancora una volta si comprende, da una parte, come l’arroganza di una Presidente che ha sempre trattato male Monza (soprattutto da quando c’è Faglia) non paghi e, dall’altra, si conferma l’apertura di credito che i cittadini monzesi ribadiscono nei confronti del centrosinistra. Anche quando il centrosinistra è rappresentato da una componente dichiaratamente di “sinistra” (Penati è segretario della Federazione milanese dei DS), a patto – dato fondamentale – che essa sia unitaria. “Uniti si vince” ci ripete come ossessionato da un mantra Armando Pioltelli e ha perfettamente ragione.
Nel 1999 quando Tamberi perse, si disse che i voti che mancavano erano quelli di Monza, dove Colli vinse nettamente. Dopo cinque anni, possiamo dire che Monza non manca e anzi tiene il passo di una Provincia in cui Penati si afferma praticamente ovunque.
Confronti con il passato è facile farli, ora, pensando al Formigoni del 2000 al 62%, a Schmidt e Mantica eletti nel 2001 con molti voti di scarto, a una tendenza che aveva contraddistinto tutte le elezioni della Seconda Repubblica.
Il risultato è ancora più importante per un ultimo, decisivo elemento: la Destra in consiglio comunale sostiene che governando perdiamo consensi, che più staremo in piazza Trento più avremo problemi ad ogni confronto elettorale. Il primo, devono ammettere, li sconfessa completamente. I prossimi, andranno ancora meglio: anche perché la coalizione che sostiene Faglia non aveva da offrire in questa tornata argomenti elettoralistici pret-à-porter né una grande mole di realizzazioni di quelle che, per intenderci, “si vedono”. Se però la città ha deciso di confermare la fiducia al centrosinistra, lo ha fatto perché ha compreso il senso di questi due anni di lavoro e di un’attesa che sarà finalmente premiata nei prossimi mesi: viale Campania, la “nuova” stazione, il “vivaio”, i progetti dell’urbanistica sono alle porte, e ci daranno ancora più visibilità e ancora più forza.
Come trascurare poi il fatto che questa legislatura della Provincia avrà un significato particolare proprio per Monza? La scelta di Penati nel capoluogo della nuova Provincia ci porta a pensare a un lavoro serio e competente, che partirà immediatamente, per centrare in pieno la sfida di “Monza e Brianza 2009”. E pensare che la CdL aveva approvato la nuova Provincia a scopi dichiaratamente elettorali, per chiudere (poi non sono riusciti a fare nemmeno quello, com’è noto) un accordo con la Lega. Il loro problema è che, oltre agli slogan, ci vogliono i contenuti. E chi in questa campagna elettorale li ha raffinati e presentati ai cittadini ha avuto, ancora una volta, ragione.
Ora, sappiamo di avere responsabilità ancora più grandi. Sappiamo di dovere andare avanti con il passo giusto, adottando le soluzioni che la città ci chiede, rilanciando un percorso amministrativo che ci porti a rispettare – per filo e per segno – gli impegni elettorali: quelli del 2002 e quelli del 2004. Per farlo abbiamo bisogno di unità, di un confronto sempre “acceso” all’interno della maggioranza e di una grande concretezza: quella rappresentata, se vogliamo, dalla figura e dal curriculum del nuovo Presidente, Filippo Penati.
Da ultimo ma, come si suol dire, non certo per ultimo: le elezioni non si vincono da sole. Non basta la crisi del berlusconismo e il voto di opinione; non è sufficiente una tendenza nazionale. A Monza si è vinto anche perché centinaia di persone hanno deciso di dedicare molto del loro tempo, in questi ultimi tre mesi, per ottenere la vittoria. A loro va il merito politico di avere battuto Colli (e Berlusconi) nella nostra città. E a loro, credo, deve andare tutto il nostro ringraziamento. Anche perché i “nostri” sono corretti e attenti a non danneggiare i sostenitori altrui, altri invece continuano a comportarsi in modo indegno. Di fronte alla distruzione di gran parte dei nostri manifesti nella notte tra venerdì e sabato in molte vie della nostra città, c’era da incazzarsi parecchio. Ma poi è arrivato Maggioni, segretario della Margherita, che ha così commentato; “Loro ci stracciano i manifesti, noi li stracciamo alle elezioni”. Alla fine, è andata proprio così.
Grazie a tutti.
[anche su arengario.net]
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