Brutte notizie dalla Regione: arresti di politici e funzionari, incroci Lombardia-Calabria, tangenziali con la tangente, cave e amianto, l’ombra della criminalità organizzata.
Chissà che camicia si metterà, oggi, Formigoni, che per anni ha negato infiltrazioni, che ha sempre difeso gli accusati – poi puntualmente condannati – della sua giunta e del Consiglio regionale, che ha avuto parole di speranza per tutti i santi, da Santa Rita a Santa Giulia e, da ultimo, l’amatissimo San Raffaele. Modelli di eccellenza. Universali. Ecumenici, un po’ come il presidente, che non conosce i mazarini di Oil for food, gli spregiudicati assessori allo sport, i grossi affari delle bonifiche gestite da esponenti di Cl e le colleghe impegnate nelle notti arcoresi.
Speriamo che per una volta sia sobrio, che assuma i fatti contestati a esponenti a lui molto vicini con la necessaria responsabilità, anche perché quest’ultima è una storia che colpisce al cuore l’identità lombarda: il territorio, le opere e le omissioni.
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