«Non ci sono alternative», «ce lo chiede l’Europa», «la Bce è stata chiara», «non possiamo fare altrimenti», «è un sacrificio necessario».

«There is no alternative»: il florilegio potrebbe continuare all’infinito e forse nessuno ricorda che la matrice di tutte queste espressioni ha in campo politico un illustre precedente. Lo trovate qui.

Nell’ultimo libro di Hans Magnus Enzensberger, Il mostro gentile dell’Europa, si trova un passaggio che consiglio vivamente a tutti.

Scrive Enzensberger:

Non per niente la parola alternativlos, «senza alternativa», è stata scelta in Germania come Unwort, «parola mostruosa» dell’anno 2010. Questo termine è un’offesa alla ragione, dal momento che equivale a un “divieto di pensare”. Non è un argomento, è una dichiarazione di capitolazione.

L’acronimo Tina, per Enzensberger, significa solo una cosa e una soltanto: la capitolazione della politica di fronte all’economia.

Ciò non significa che non si voterà la manovra di Monti e che di benefici per il Paese non ce ne saranno. Solo non diciamo, in termini assoluti, che non si poteva fare che così. Si fa così per mille motivi (a cominciare dalla composizione del Parlamento e dalla responsabilità non egualmente distribuita tra le forze politiche). E le alternative ci sono sempre, anche senza uscire dal frame impostoci dall’Europa, dai mercati e dalla rotazione terrestre.

Qualcuno dice che l’Italia ha finalmente inaugurato la stagione della sobrietà e sappiamo quanto sia la benvenuta, dopo anni di caciara. Cerchiamo di mantenerla anche nelle modalità del nostro argomentare.

Lasciate perdere Tina, insomma: cherchez l’alternative.

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