Nei giorni scorsi ho chiesto a Sergio Staino un consiglio per il 2012. Ecco cosa mi ha scritto. Il migliore augurio per tutti noi. E una precisa indicazione politica per l’anno che inizia.
Quello che mi manca è la sfrontatezza e l’altezzosità dei giovani. Quel guardarci in faccia con un misto di odio e di pietà, verso una generazione che, poverina, ha fallito in tutto nonostante, ovviamente, i buoni sentimenti su cui si è mossa. Quello stesso sguardo che avevamo noi, che avevamo 20 anni nel ’68, quando guardavamo i nostri genitori, sicuri che noi, al contrario di loro, ce l’avremmo fatta. Un mondo migliore, un mondo più solidale, più giusto, più sostenibile… Oggi mi sembra che i giovani ci guardino con lo stesso odio ma considerandoci responsabili della loro mancanza di un futuro. Vorrei che una politica rigenerata (ma l’avremo mai?) mettesse in atto tutti i meccanismi necessari a dare fiducia alle nuove generazioni. Far capire a loro che un futuro esiste sempre, anche quando il mondo sembra spappolarsi come oggi ma che lo si può trovare solo se loro hanno la coscienza della loro forza, la volontà per usarla e la capacità di usarla in chiave politica.
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