Villa Reale di Monza, esterno giorno, ministeri decentrati. Fa caldo, la Cisl si prepara alla manifestazione contro il governo e la manovra. Manifestazione decentrata, s'intende, e più vicina al territorio, così la contestazione è a chilometro zero.
I ministeri di cui si è molto parlato sono in verità microscopici e modestamente collocati sulla destra (poteva essere altrimenti?) del complesso della Villa Reale, e hanno un ingresso indipendente (autonomista?) sul lato della Villa, perché il resto, com'è noto, sarà privatizzato, per ospitare funzioni ricreative e commerciali. L'ufficio con le targhe "e tutto", come si dice in Brianza, è composto da un corridoio cieco e quattro stanze arredate spartanamente.
I funzionari sono solleciti. Fanno parte dello staff di Calderoli (i dirigenti e impiegati ministeriali propriamente intesi arriveranno tra qualche giorno, ci dicono, in numero di due) e sono molto gentili. Per raggiungerli, dobbiamo bussare al portone, perché il citofono non c'è: pare che sia stato staccato dai vandali.
Ci aprono, l'atmosfera è cordiale. Ci spiegano che i ministeri entreranno in funzione tra qualche giorno. Che i ministri passeranno quando saranno liberi dagli impegni romani. Si sta anche pensando ad uno sportello aperto al pubblico, perché gli uffici sono rivolti soprattutto agli amministratori locali. E si capisce subito che sarà soprattutto Calderoli a servirsi della sede monzese, e a raccogliere le istanze del territorio. Agli altri, a cominciare dalla Brambilla che non si è ancora organizzata, non sembra importare granché.
Non sono, ovviamente, i ministeri di cui si era parlato, ma semplicemente quattro uffici per segnare il territorio. E la situazione è parecchio surreale, a dirla tutta, perché di uffici decentrati dello Stato (a cominciare dalle Prefetture) ce n'è un po' dappertutto, e questa è pura propaganda, come è stato abbondantemente ripetuto.
In compenso, a due passi dal ministero, c'è l'Istituto d'Arte, a cui mancano otto aule, e non si capisce come potrà iniziare l'anno scolastico. Ottocento alunni e problemi logistici insormontabili di cui nessuno sembra volersi occupare. Con l'occasione lo faccio presente anche al capo di gabinetto di Calderoli, non si sa mai. Non è di loro competenza, ma magari riescono a 'semplificare' il problema. E a dirlo al sindaco di Monza, che se ne dovrebbe occupare, ma non pare molto motivato. Nota a margine: la sede micropluriministeriale un tempo era utilizzata proprio dalla scuola d'arte. Per dire.
Fuori, nel piazzale della Villa, ci sono cinquecento manifestanti cislini e quattro camionette della polizia e dei carabinieri. A presidiare, decentrati anche loro, le sedi ministeriali. «Una succursale delle manifestazioni romane, un polo del turismo della contestazione», commenta Vittorio Pozzati, perfido consigliere provinciale di Monza e Brianza.
Da quando non hanno aperto, gli uffici del ministero sono già stati visitati da curiosi, non particolarmente solidali con il governo. E Monza è diventata così capitale della protesta. Almeno per qualche tempo, finché sarà di moda parlare di questi piccoli uffici, con i ministri che passeranno, promesso, ogni volta che potranno.
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