Seguo le iniziative di Salviamo il paesaggio e confido nella loro azione.

Quello che propongo (ad adiuvandum) a tecnici, politici, ambientalisti, agricoltori, gas, è di tenersi in collegamento più stretto, per rilanciare una campagna che attiene alla nostra idea di Paese (alla sua bellezza, certamente, ma anche alla sua bontà, potremmo dire, e alla sua struttura produttiva, e alle questioni fiscali, e al suo sviluppo: tutte cose tra loro collegate molto più di quanto non sembri).

A Bologna ne parlammo, con Paolo Pileri e tanti altri. E proponemmo una campagna di mobilitazione e di iniziativa politica di grande impatto.

Ogni giorno statistiche, analisi e denunce ci ricordano lo stato dell’arte, le università ne discutono da tempo e nelle Regioni, finalmente, si muove qualcosa.

La difesa del suolo, insomma: cerchiamo di farla diventare una battaglia politica decisiva, perché lo è già: è solo la politica italiana che deve riconoscerla come tale. E la confraternita del suolo (e della sua difesa) deve farsi sentire. Molto di più.

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