Mentre impazza tra un social network e l’altro la polemica Veltroni vs. Fassina (sarebbe meglio dire il contrario) e viene in mente la questione del 98% già dibattuta in questa sede, un altro dato forse serve a capire un po’ di cose. Lo dà Ilvo Diamanti, l’avevo sentito l’altro giorno alla radio, l’ho letto oggi su Repubblica e lo sintetizzerei così:
La stima nei partiti, fino a qualche tempo, raggiungeva l’8%. Ora è al 4%.
Marco (nel senso di Simoni) la riformula in questo modo su Twitter:
I soli dati che contano: fiducia nei partiti 4% (quattro-per-cento), fiducia nel governo Monti, 60% (sessanta-per-cento).
Ecco, qualsiasi analisi in qualsiasi situazione dovrebbe ripartire da qui (dal fatto che il 96% dei cittadini italiani non ha fiducia nei partiti) e da quello che scrive lo stesso Diamanti, facendosi aiutare dal Manzoni e dalla suocera (soprattutto):
Così, le campagne elettorali più efficaci sono quelle che mirano non tanto a “cambiare il senso comune”, ma, semmai, a intercettarlo e a inscriverlo all’interno delle proprie strategie politiche e comunicative. Oppure a ricostruirlo in base a nuovi frames che sfruttano le stesse linee di divisioni del passato, ricorrendo alle stesse parole, alle stesse formule. Adeguatamente risemantizzate.
Fare i conti con il senso comune, a volte, può aiutare, insomma. Ed è necessario, soprattutto quando si vogliono cambiare le cose, per non sbagliare prospettiva, equivocare le proporzioni e prendere una direzione pericolosa. Anche nella polemica di cui sopra, per capirci.
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