Anticipo tutti o quasi e gli auguri li faccio di persona, personalmente, a tutti voi. A chi ha seguito questo piccolo blog, a chi ha condiviso il nostro lungo viaggio attraverso il Paese, a chi crede ancora nella buona politica (nonostante tutto e tutti), a chi ha voluto cambiare le cose (o, almeno, qualcosa).
A chi ha voluto visitare la Prossima Italia, a chi ha manifestato per i giovani, a chi ha attraversato le piazze di questa primavera, mobilitandosi nell’Italia immobile che ci è stata consegnata. Con coraggio e senza fare troppi calcoli, che quelli, poi, sono quasi sempre sbagliati.
I nati il 4 agosto se la passano così così: José si è dimesso e, dimesso, è partito per le vacanze. Nemmeno Barack sta tanto bene, anche se la sfida del prossimo anno è tutta da giocare. E noi confidiamo che la vincerà.
Ora è il momento di fermarsi. Ma solo per un momento. Di radunare le energie, di convocare i sentimenti e di far manifestare i pensieri che non hanno mai respiro. Per guardare le cose, e ascoltarle, anche, cercando di coglierne la sostanza.
Tra qualche giorno sarà compito di tutti noi spalancare le porte e le finestre del nostro Paese. E accendere le candeline dei prossimi anni, perché siano diversi e migliori degli ultimi, senza dimenticare che quelle del 2011 le ha spente quel vento profondo che soffia dal basso, che ciascuno di noi ha sentito sulla propria pelle. Come una brezza leggera, la sera.
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