Se ci pensate, nel Paese della corruzione e dell'evasione fiscale, è proprio il caso di dare il via a un altro condono. E far rientrare i capitali scudati, che qualcuno si era 'dimenticato' all'estero. Non più al 5%, no, c'è la crisi: facciamo il 7, ok?

Come abbiamo fatto a non pensarci prima?

Un segnale limpido e inequivocabile. E mentre molti riflettono sulle parole di Buffett, dal Manifesto a LCdM, da Carlo De Benedetti a Gad Lerner, qualcuno pensa che anche ora (anzi, proprio ora) si debba premiare, per l'ennesima volta, la nazionale evasori, che conta milioni di simpatizzanti e di veri tifosi.

Giusto così: dopo qualche giorno di vacanza, passato, tra l'altro, a richiedere scontrini, ottenendo come ricevuta sguardi che fanno venire in mente quella mitica scena di Qualunquemente più che i moniti della Ue, nella penisola sommersa, si torna a casa e si trova un altro scudo fiscale (magari associato, come sempre, a quegli elmi da vichingo e a quelle armature medievali che ci hanno accompagnato, in questi anni, da Pontida al ministero dell'Economia). Quasi ovvio, se ci pensate, nel Paese che non cambia mai.

Vorrei dirla così: se faranno rientrare i capitali evasi e nascosti, se ne andranno i cittadini onesti.

Questa volta sul serio. E per sempre (che è il vero senso di una tantum).

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