«Spunta il piano antifurbi», titola il Corriere della Sera. «Rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi». E pensare che quando il governo Prodi ci provò, si gridò allo scandalo universale. La riabilitazione completa di Visco è prossima. Potrebbe essere lui a guidare il governo tecnico di unità nazionale che ancora qualcuno sollecita (oggi Rutelli, che era un po' che non si faceva sentire, e non è che si stesse poi così male, a dirla tutta).

La cosa sorprendente, però, è il ricorso al verbo. «Spuntano» i piani e «fanno capolino» le misure. Un po' come i ramarri, ritraggono la testolina immediatamente. Si spaventano, i provvedimenti. Rifiutano il quadro economico complessivo. Si sentono a disagio. Appena emergono, si guardano intorno: la situazione è talmente compromessa che anche i numeri non reggono alla vista di tutto questo scempio. E scompaiono immediatamente.

Da qualche settimana, sono «spuntate» la supertassa per i redditi (sempre più) alti, una patrimoniale ma detraendo l'Irpef, una «stretta» sui calciatori (a seconda del ruolo, sconti per chi rimane in panchina), la riduzione delle pensioni di reversibilità (ma solo quelle troppo alte, eh), l'abolizione di qualche provincia (poi di nessuna, poi di tutte, ma poi), la fine delle stagione dei piccoli Comuni (che invece sono la cosa più preziosa che ci sia).

Tra le altre cose che sono apparse in questi giorni, c'era anche la lotta all'evasione fiscale. Che poi è tornata nel sommerso, potremmo dire, nell'oscurità. Un batter di ciglia, e l'evasione fiscale non c'era più. C'è chi sostiene di averla vista passare velocemente nelle riunioni del governo. E andarsene, senza salutare.

Chissà cosa spunterà, ora, che i conti non tornano. Perché per ora non l'abbiamo ancora spuntata. E tra tutti questi spunti, è davvero incredibile.

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