Il segretario del Pd dice che il Pd ha vinto «senza se e senza ma». A parte che quell’espressione andrebbe bandita e fin dalle scuole primarie indicate alle bambine e ai bambini le insidie che essa contiene (un anno fa ci trovammo a confrontarci con un altro «senza se e senza ma», allora riferito a Marchionne), mi pare proprio che questa volta sia il caso di soffermarsi proprio sui «se» e sui «ma» di un dato elettorale smisurato (nel senso della «misura») e sproporzionato (nel senso della partecipazione), soprattutto se guardato da quell’altro ramo del lago di Como, dove il candidato sindaco di centrosinistra vince con il 74,9%.

Saranno tutti stronzi, i giornali, come spesso sostengono i politici  (gli stessi che ormai danno dell’antipolitico al primo che incontrano) ma l’apertura della Stampa parla esclusivamente della «svolta» di Parma e di Grillo.

Quella di Repubblica della disfatta del Pdl e della conquista di Parma a opera di Grillo.

E il Corriere titola così: «La sorpresa di Parma, più città a sinistra».

Ecco, mi pare che di se e di ma, ce ne siano parecchi: tra chi è rimasto a casa, tra chi ha protestato, tra chi immagina comunque una politica diversa.

Minimizzare è come esagerare. E lo stiamo facendo ancora una volta. Purtroppo.

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