Tutto quello che avreste voluto sapere dei ministeri al Nord, ma anche no. Ripercorriamo i momenti salienti della storia più inverosimile degli ultimi anni. Mentre imperversa la crisi economica e ballano i mercati finanziari, c'è chi si occupa di cose serie.
Dopo la duplice sconfitta elettorale, la Lega si attrezza. Ministeri al Nord, proclama.
Qualcuno pensa a Sucate, all'inizio, ma poi si impone Monza con la sua Villa Reale.
C'è chi, dalla stessa Padania, non è molto d'accordo e parla di puttanata (termine tecnico) sesquipedale.
A Pontida, si straparla della questione. B era d'accordo, ma poi si è cagato sotto (absit), dice Bossi. Il sindaco di Monza si presenta con le chiavi, Calderoli solleva la targa.
L'atmosfera sembra quella di Amici miei.
La promessa era già stata formulata lo scorso anno, anche se quasi nessuno lo nota.
Roma si ribella ma, oltre a Monza, altre città avanzano la propria candidatura. Vuoi mettere un ministero a due passi da casa?
La proposta, con sommo disappunto dei militanti padani, dura l'espace d'un praton: niente ministeri, solo sedi di rappresentanza.
La Villa, però, è stata privatizzata e allora anche per la rappresentanza c'è poco da arredare. Giusto lo spazio di due scrivanie.
Mentre il Pd protesta, Formigoni preferisce il Pirellone e litiga con i leghisti.
Intanto, i ministeri da tre passano a due. Bossi assicura: gambe a Roma, teste a Monza.
Diminuiscono ancora i metri quadri e pare siano pronti solo i bagni. La mobilia, in compenso, ce la mette la Lega.
Tutto è pronto per l'inaugurazione del 23 luglio. Di sabato, perché al Nord si lavora. Già.
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