L’ho trovata qui.
Ecco, la statua dell’isola di Pasqua è il mio modello di queste ore.
Molti mi chiedono che cosa farò, che cosa succederà, con chi mi schiererò.
Qualcuno mi sollecita a candidarmi, qualcuno a schierarmi, qualcuno con Bersani, qualcuno con Renzi, in vista del derby di sabato, dove – ancora una volta – ci si confronterà tra Roma e Firenze.
In Consiglio regionale, molti colleghi che provengono dalla Margherita propendono per Renzi, mentre quelli che propendono per Bersani provengono tutti dai Ds.
Insomma, non ci sono ancora i candidati e le loro «piattaforme», come le chiamerebbe Bersani, e però ci sono già i tifosi.
Ricordo a tutti che stiamo parlando di premiership, non del Consiglio di Zona (sia detto con il dovuto rispetto per i CdZ). E che nessuno conosce le regole delle primarie, né se ci saranno primarie con più concorrenti del Pd (perché ci vuole una modifica dello Statuto) e se sì quanti e come.
Nessuno per la verità conosce nemmeno la data dell’assemblea nazionale del Pd, perché pare che non si terrà più il 6 e 7 (ma pare soltanto).
Per ora, quindi, vi prego di mettervi comodi. E di considerare un piccolo particolare, molto importante per chi vi scrive: che non si fanno le cose per convenienza, o per il potere, ma perché ci si crede intimamente. E che le scorciatoie non sono ammesse in un Paese in cui il presidente degli industriali definisce una «boiata» una riforma del lavoro che chiede di votare e, d’altra parte, nessuno sa – davvero – quanti siano gli esodati (l’ultimo dato del governo è 120.000).
Ci vuole un pensiero più lungo, e uno sguardo più profondo. E qualcosa che ci consenta di superare l’incertezza.
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