Rosy Bindi dice che ci vogliono regole «certe» per le primarie. Anche perché non è «certo» che ci siano. «Certo» che questo partito non finisce mai di stupire: a luglio, in assemblea nazionale (organismo presieduto da Rosy Bindi), quando chiedemmo impegni certi, date, regole e scadenze, ci risposero che le avremmo stabilite a ottobre.
Il risultato è che nessuno, che non sia «già lì» o abbia tanti finanziamenti o tanta visibilità, si può candidare a fare il premier. E che non si capisce bene come interpretarle, queste primarie, perché in molti le stanno preparando come se fosse una conta interna al Pd, per spostare gli equilibri.
Puntualmente, prima delle idee e delle proposte, in molti casi, sono arrivati i comitati, i gruppi di appoggio e di sostegno, a prescindere. E anche i calcoli: mi conviene di più stare con questo o con quello…?
La verità è che quando si indicono le primarie, si dovrebbero immediatamente chiarire le regole. E lo scopo. E spiegare a che cosa servono. Per bene. Che lo capiscano tutti.
Lo so, sono banalità, ma che ci volete fare.
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