Leggendo i giornali di oggi si scopre l’acqua tecnica. Ovvero, che prima delle primarie, ci sono cose – molto più primarie, mi verrebbe da dire – da affrontare.
La prima riguarda il tema delle alleanze, perché Bersani assicura che a lui piace Sel e che poi eventualmente ci si allea con i moderati in un secondo momento, ma per molti esponenti del Pd – tipo D’Alema, ma anche il vicesegretario e metà del gruppo dirigente che sostiene la sfida di Bersani – l’alleanza deve andare da Sel all’Udc, che saranno con noi, «indipendentemente da quello che dicono» (che non è male, come considerazione, se ci pensate).
Il problema è che un pezzo di questa alleanza dice cose molto chiare circa la premiership e si organizza in modo molto diverso, non puntando su Casini, ma direttamente su Monti. E questo complica parecchio le cose al Pd, che si trova, come spesso gli capita, a metà strada.
La seconda questione, collegata alla prima, è la riforma del sistema elettorale, che tutte le forze politiche sembrano voler rinviare: Bersani, a giugno, quando lanciò le primarie, disse che contestualmente – nel giro di tre settimane – avrebbe risolto anche la partita del superamento del Porcellum.
Dopo tre mesi, purtroppo, siamo allo stesso punto, e mentre parte (più o meno) la corsa delle primarie, nulla si sa di quel nuovo sistema elettorale, e quel poco che si sa fa pensare che non sia un superamento del Porcellum, ma una sua trasformazione. Un Prosciuttum, ovvero un sistema elettorale con le liste bloccate per una percentuale significativa, con collegi disegnati non si sa bene come, e una ripartizione dei seggi che riprende il peggior sistema elettorale attualmente vigente, quello delle province. A quel punto, la coalizione e la premiership si deciderebbero in gran parte dopo le elezioni.
Ora, per mille motivi, se non si chiariranno queste due questioni primarie, e le altre che ne conseguono, è del tutto evidente che le primarie del Pd e del centrosinistra si configurano come qualcosa di molto strano: perché se le due condizioni ai punti precedenti non saranno chiarite, più che primarie per il premier saranno primarie per la linea politica del centrosinistra, che molto probabilmente si terranno mentre tutto sarà ancora aperto. Eleggeremo un supersegretario, insomma, di tutto (o di parte) del centrosinistra, che poi magari il premier non lo farà.
Secondo me, varrebbe la pena di convocare una riunione della direzione nazionale e discuterne. Perché davvero rischiamo il pasticcio più monumentale della storia del centrosinistra. Che di pasticci, nel suo palmarès, ne conta già parecchi, sia ben chiaro.
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