Repubblica rilancia, questa mattina, una notizia di qualche giorno fa: le bici vendute superano le auto, non accadeva dal dopoguerra, cambiano gli stili di vita.
Eppure, quando si parla di ciclabilità si fa ancora fatica, in politica. Per molti, quasi tutti, la bicicletta è ancora un tema di nicchia, un ripiego, una soluzione di secondo piano, un’impossibile alternativa alle auto.
E invece ci vorrebbe il partito dell’«e invece». Perché le nostre città devono essere attraversate da una mobilità più soft, più leggera e anche più lenta (che poi è tutto da dimostrare se l’auto sia più veloce) e soprattutto più sicura. E, come per altri temi ambientali, ci vorrebbe un po’ di rappresentanza politica, in questo senso.
Con il crescere dei ciclisti urbani, forse cresceranno anche i politiciclisti. Chissà.
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