Alla mia domanda dell'altro giorno, circa la possibilità (leggi: impossibilità) di insediare i ministeri nella Villa Reale di Monza, data (per non dire, svenduta) ai privati, Regione Lombardia rispondeva così, con il consueto atteggiamento da stronzi che caratterizza l'esecutivo guidato da Formigoni:
"Civati è l'ultimo pellegrino che non ha capito che il progetto varato dal Comune di Monza per la Villa Reale non solo non è una privatizzazione ma è la valorizzazione pubblica di un bene pubblico, che rimane un'opera di straordinario valore soprattutto in un'epoca di risorse scarse".
E' quanto si legge in una Nota di Regione Lombardia in replica a quanto affermato dal consigliere regionale del Pd Civati. "La Regione – prosegue la Nota – da sola ha investito 18 milioni di euro. Civati vada a lezione di abc di politica".
Risposta del cavolo, perché il problema è proprio che la Regione investe 18 milioni di euro e il privato meno di un terzo, ma la gestione del bene è affidata a quest'ultimo, per trent'anni. A proposito di abc dell'impolitica.
Ieri, poi, Formigoni così dichiarava, all'Ansa:
La Villa Reale di Monza «non ha al momento a disposizione un solo metro quadrato» per ospitare eventuali uffici ministerialiperché l’ala centrale dell’edificio che sarà oggetto di un intervento di recupero «sarà destinata a totale uso pubblico». È quanto ha spiegato il governatore lombardo, Roberto Formigoni, secondo cui, sull’ipotesi di un decentramento di Ministeri nella Villa Reale di Monza «la realtà è un po’ diversa da quella descritta in questi giorni». «Villa Reale – ha spiegato – è stata assunta in carico dalla Regione che non è l’unica proprietaria, ma è l’ unica che ha stanziato 20 milioni di euro ed è già stato approvato un progetto di recupero che prevede la messa a disposizione del pubblico dell’ ala centrale». C’è, invece, una parte del complesso storico della villa «per la quale non esistono stanziamenti – ha proseguito Formigoni – e se il Governo decidesse di mettere fondi per restaurarla potrebbe poi essere utilizzata come sede di ministeri». Ma questa è una soluzione, ha aggiunto, che «richiederebbe tempo e soldi».
Formigoni conferma parola per parola quello che avevo scritto.
Mi sa che è lui l'ultimo pellegrino: da qualche anno, non pensa che a Roma, del resto.
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