Del grande Pd deve essere l’apertura delle liste non su base correntizia o di affiliazione, ma attraverso primarie per i parlamentari, rigorose e regolamentate, definite su base territoriale.
Un passaggio che completa il percorso avviato con le premiarie, le primarie per il premier, e che può consentire al Pd un altro e più decisivo salto di qualità.
Sul piano politico, scardinando il Porcellum, sul piano elettorale, avvicinando nuovamente i cittadini ai loro rappresentanti.
Lo diciamo da anni (personalmente lo proposi a Veltroni nel 2008) e com’è noto tra lo scetticismo di molti presentammo proposta e regolamento in assemblea nazionale.
Molti la intesero e la intendono come una questione minore, tecnica, politicistica. E invece è la cosa più importante da fare. E da fare alla svelta, #subito, perché tra qualche settimana si voterà per le elezioni politiche. E da fare bene, perché le regole e la possibilità che tutti si possano informare adeguatamente ne sono le precondizioni ineludibili.
Pepecchio da Locorotondo fa partire la catena. Aggiungetevi tutti e facciamo una sana pressione democratica. Perché le porte del Pd si aprano di nuovo. E i Mille che andranno in Parlamento ci arrivino con il consenso vero, diretto e dichiarato dei cittadini.
#primarieparlamentari è la parola d’ordine: rilanciatela sui social network e nel social party, scrivendo ai circoli, alle federazioni e ai dirigenti del Pd, perché si impegnino in modo non generico, definendo il percorso e la data per le consultazioni più importanti prima del voto del 2013.
Infine, sul sito di Prossima Italia troverete tutte le informazioni che vi occorrono.
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