In lista, dipende dalla scelta di collocare tre nazionali ai primi posti (Bersani e Galli e soprattutto Michela Marzano, che mi onora sia in lista prima di me) e di seguire l’attribuzione dei seggi che prevedevano la collocazione prima dei due milanesi e poi del monzese. Lo scrivo qui per evitare di dover rispondere a decine di email e di messaggi, e per dare ulteriori chiarimenti rispetto alla questione delle liste.
Qualcuno dice che avrei dovuto fare il capolista, perché sono stato il più votato in Lombardia (tra gli uomini) e perché sono stato il più votato in assoluto nella circoscrizione di Milano e Monza (senza guardare alle percentuali, per altro). Ovviamente, era una scelta politica, che non è stata fatta. Punto.
A me, vi dirò, non importa granché. Forse questa posizione defilata allontanerà qualche malignità circa presunti accordi che avrei fatto con Bersani e con chissà chi, di cui si è scritto anche su questo blog, per spiegare chissà cosa. Malignità a cui rispondo, come sempre, con un’alzata di spalle. E il numero sei sulla maglia. Quello di un capitano che qualcuno ricorderà, voglio pensare. Ma solo perché sono un po’ romantico.
P.S.: nel 2008 mi collocarono al numero diciassette (Trezeguet), una sera tardi, perché avevano un buco dalle mie parti. Le primarie qualcosa cambiano. A poco a poco, piano piano.
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