Grazie. Ormai lo sappiamo che il Pd discute di più dopo i risultati elettorali di quanto non faccia prima delle elezioni. E che siamo più in campagna elettorale ora che nelle settimane precedenti, come scrivevo già dopo una situazione analoga, nell’ormai lontano 2010, quando prendemmo il famoso «palo» nel Lazio e in Piemonte.
Il mio consiglio è di non perdere la calma e di lavorare con pazienza, affrontando i passaggi che dovremo affrontare uno dopo l’altro, cercando di fare le cose bene.
Mercoledì c’è la direzione nazionale e ne discuteremo. Occupiamoci del futuro, però, non del passato prossimo. E proviamo a cambiare gioco, uscendo dalle secche di un dibattito che sconta ancora troppo politicismo.
Più d’uno, tra i bersaniani più bersaniani, sta mollando Bersani, proprio ora che mollarlo è una vera assurdità. Il presidente dell’Anci propone che sia Monti a proseguire, poi fa niente se molti dei motivi per cui siamo in questa situazione sono strettamente collegati allo schema da cui proveniamo. Tutti gli altri sussultano a ogni post di Grillo, che prima fingevano di non vedere. Altri ancora, anziché prendersi una vacanza, che si sono meritati dopo tanti anni di vittorie, si impancano e spiegano che ci vuole questo e non ci vuole quello.
Soltanto se sceglieremo una linea chiara e proveremo a seguirla con rigore e coraggio, riusciremo a venirne fuori. Altrimenti lasciamo perdere, perché perderemo. In ogni caso.
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